È la tipica contesa italica – Coppi-Bartali, Milan-Inter, vino bianco-vino rosso. Da secoli chi lavora in mare nelle Marche, si scalda con caffè corretti dalle miscele tutte simili ma tutte diverse, profumati e aromatici con rhum, anice, zucchero in quantità generosa e scorzetta di limone. Non ci si divide solo sugli ingredienti e sulle quantità ma sui marchi dei singoli componenti. Rhum?… si ma quale rhum; anice? si ma quale anice… E così si apre il dibattito…. Naturalmente queste bevande squisite si bevono roventi, considerato che la bora e il freddo non fanno sconti. È una tradizione che ha molti nomi – moretta a Fano, turchetto a Senigallia e Ancona, caffè del marinaio a San Benedetto del Tronto. Soprattutto è un gusto condiviso, non solo a bordo ma nelle trattorie e nelle osterie, è una bevanda sfiziosa che si beve in tutti i porti della costa marchigiana. La ricetta, come sempre, è un arcano con infinite personalizzazioni, ma il mitico turchetto, si dice sia quello di “Miscia”, un tempio della ristorazione anconetana.
Ecco la ricetta di Miscia
Fare il caffè nella moka, versarlo in una pentola con la stessa quantità di buon rhum e aggiungere 1 cucchiaio abbondante di zucchero. Aggiungere 3-4 striscioline di scorza di limone sottile sottile.
Far scaldare fino al bollore e poi piano per 2 minuti. Spegnere il fuoco, prendere un cucchiaio del liquido e accenderlo con un fiammifero; con attenzione accostare il cucchiaio alla pentola in modo che tutto si infiammi. Con un mestolino mescolare il liquido e far evaporare l’alcool. Quando la fiamma sarà spenta, servire nei bicchieri con una scorzetta di limone.
Testo: Cristiana Colli
Comunicazione web: ADVcreativi