OLIVIERO FIORENZI. OPEN SIGNS.
Un progetto site specific tra la Mole e gli archi.

La Mole Vanvitelliana sorge su un’isola artificiale nel porto di Ancona, collegato alla terraferma da tre ponti. Il Lazzaretto – luogo deputato alla quarantena delle persone e delle merci che arrivavano dal mare – oggi è La Mole, una factory del contemporaneo, un luogo di esposizione e di accoglienza con residenze artistiche: E’ un di creazione del valore a traino culturale. Oliviero Fiorenzi (1992) nato a Osimo e attivo tra le Marche e Milano – con lavori esposti in gallerie, fondazioni e musei tra cui The Address a Brescia, Sonnenstube a Lugano, Fondazione Feltrinelli e La Triennale a Milano, Ex-Dogana a Roma – è tra gli artisti invitati in residenza. La sua attenzione e la sua pratica artistica si sono concentrate sulle relazioni con il quartiere Archi, sul dialogo tra i segni, sulla coabitazione tra gli immaginari. L’attenzione ai segni e ai codici, l’incontro col paesaggio, le comunità e il vissuto personale, è la ricerca che si fa processo e poi progetto in forma di arazzo, serie fotografica, video. Esperienza condivisa.

“Con OPEN SIGNS ho avuto l’occasione di sperimentare una nuova dimensione progettuale – racconta Oliviero Fiorenzi. Come in un rituale, ogni giorno ho fatto esperienza delle vie del quartiere Archi di Ancona, attorno alla Mole per raccogliere informazioni, immagini, memorie, simboli, segni e oggetti che raccontano la storia del luogo e la mia personale esperienza del luogo. La fotocamera del telefono si è sostituita al mio occhio e alla mia memoria – una crepa, un’ombra sul muro, l’insegna di un negozio abbandonato; tutto è diventato linguaggio, segno, alfabeto pittografico del quartiere. OPEN SIGNS nasce dall’indagine del tempo, e dei tempi del processo creativo”.

 

Immagini: Oliviero Fiorenzi       Courtesy: l’artista
Testo: Cristiana Colli
Comunicazione e web: ADVcreativi, Ancona